Nella storia della tecnologia, abbiamo conosciuto qualche piccolo disastro di percorso. Complice la continua evoluzione di software e hardware, il mondo tecnologico ha avuto molti “incidenti” durante gli anni, ma alcuni più gravi e assurdi di altri.
Prima di avventurarci nella nostra lista è necessario capire che alcuni di questi disastri, sebbene non più ripetibili, hanno influenzato profondamente il mondo intero o soltanto sconvolto i diretti interessati sulla base di un calcolo sbagliato.
Certo questo non significa che chi tratta dati importanti o sensibili non debba prestare attenzione a questi elementi. Pensiamo a chi produce gestionali per gli ambulatori, per le banche o per i registri assicurativi. Insomma, una vera spina nel fianco.
Se quindi siete programmatori o persone che hanno a che fare con sistemi importanti e possibilità di bug, leggere questo articolo potrebbe farvi preferire una vita eremita, con un piccolo orto e lontani dalle tecnologie.
Amazon e l’errore “1p”
A qualcuno sarà sicuramente capitato di approfittare di sconti limitati nel tempo definiti “pazzi”, o altri aggettivi simili. Una giornata, un weekend, una settimana… per gli utenti di Amazon online alle 19.00 del 12 Dicembre 2014, c’è stata un’intera ora di qualcosa più di un semplice “sconto pazzo”.
Un errore di sistema nel programma “RepricerExpress”, studiato per aggiornare automaticamente i prodotti in vendita adeguandoli nel prezzo a quelli dei concorrenti, ha fatto sì che per un’ora e poco più, i venditori di alcuni oggetti solitamente venduti a prezzi anche ben oltre i 100€ vedessero pioversi addosso ordini pagati con l’incredibile cifra di 1 pound, poco più di 1€.
Il programma RepricerExpress, completamente automatizzato, aveva sofferto un bug per cui molti prodotti erano stati erroneamente messi in lista al prezzo ridicolo. Se state pensando “ovviamente gli ordini sono stati cancellati”, vi sbagliate.
Amazon ha proceduto a spedire molti dei prodotti acquistati in questo modo, creando dei danni incredibili per i venditori colpiti. Nonostante siano passati diversi anni ormai dall’accaduto, sia Amazon che RepricerExpress non hanno offerto alle vittime del glitch assolutamente alcuna compensazione finanziaria, con alcune delle perdite maggiori stimate fra i 22.000 e i 35.000 Euro.
Il falso allarme nucleare dell’Unione Sovietica
Se un errore di Amazon può causare qualche vita messa in difficoltà per un’ora di disattenzione, la decisione di un attimo può salvare il mondo.
Il 26 Settembre 1983 le sirene d’allarme per attacco missilistico di un piccolo centro radar vicino Mosca, il cui compito era quello d’intercettare eventuali attacchi al momento della loro partenza dagli Stati Uniti, cominciano a suonare. Una volta, due volte, tre volte…
Stanislav Petrov, ufficiale a capo del centro, viene gelato dal rumore assordante e dai pulsanti che spuntano sugli schermi, confermando la priorità degli attacchi come “imminente”. Petrov aveva il preciso ordine di riportare questa situazione ai suoi superiori e, ricevuti gli ordini, premere un paio di volte la propria tastiera per lanciare un controattacco, ufficialmente scatenando quella che sarebbe stata, nel clima politico del 1983, la miccia per una guerra cruenta e dalle proporzioni mondiali.
L’ufficiale sovietico rimane invece al suo posto, chiama il reparto radar, il quale riporta l’assenza totale di missili registrati. La sirena continua a suonare più volte, ma i dati alla mano di Petrov sono contraddittori. Contravvenendo agli ordini dell’Unione, l’uomo decide di non avvertire nessuno se non il suo diretto superiore, dicendo che era necessario attendere, perché era probabile ci fosse un errore nel programma. I successivi trenta minuti passano nel terrore, ma non succede nulla.
Petrov aveva salvato il mondo dall’inizio di una guerra, potendolo raccontare soltanto dieci anni dopo l’accaduto, quando ormai l’Unione Sovietica era caduta.
Mars Climate Orbiter
Se qualcuno ancora aveva il dubbio se fosse ancora il caso di usare il sistema inglese di misura con pollici, grani, piedi e libbre, l’incidente del 1999 con il Mars Climate Orbiter ha definitivamente chiuso la discussione.
Un mostro da 128 milioni di dollari, il Mars Climate Orbiter sarebbe dovuto essere un progetto a lunga durata per esaminare la superficie del pianeta e orbitargli intorno per molti anni.
Dopo un viaggio durato dieci mesi, quando ormai l’Orbiter sarebbe dovuto appunto entrare nell’orbita di Marte, il tutto esplode nel giro di pochi attimi, mandando in fumo una missione durata quasi un anno, con un investimento ingente.
Il problema?
I progettisti, il cui sistema di misura usato era quello metrico internazionale, il quale era già stato stabilito da circa 50 anni come tale, non avevano calcolato che le industrie in US, dove l’Orbiter era stato prodotto, usassero invece ancora l’antiquato sistema inglese, nonostante le disposizioni sul contratto includessero l’uso di unità metriche.
In quello che si può definire come il più palese caso di orgoglio nazionale distruttivo, il Mars Climate Orbiter ha fatto da caso esemplare su come non contravvenire mai più ai protocolli internazionali, ritardando di diversi anni i tempi di esplorazione di Marte.
Per Approfondire: L’errore da 328 milioni di dollari
Google e Heartbleed
Un caso sicuramente più conosciuto e recente quello di Heartbleed, il bug dei protocolli OpenSSL che un ingegnere di Google aveva scoperto e di cui aveva avvisato la popolazione del web. In ritardo.
Nel 2014 Neel Metha trova una falla di sicurezza nel popolare certificato per la crittografia dei dati sensibili delle pagine (dove appare il famoso “https”) e cominciano le corse ai ripari: i server di tutto il mondo vengono informati il 7 Aprile della falla di sistema, circa una settimana dopo che l’ingegnere aveva scoperto il problema. Una settimana di tempo in cui diversi hacker hanno approfittato della situazione per rubare informazioni sensibili da molti siti “sicuri”, compresi potenzialmente quelli governativi.
Nel corso dei successivi mesi, quasi tutti i siti rassicuravano i propri utenti con messaggi dove spiegavano di aver “fixato” il problema, con molti di questi stessi siti che suggerivano (e talvolta obbligavano) cambiamenti di password e altri sistemi per ripristinare la sicurezza dei propri account.
Per Approfondire: Come funziona la falla Heartbleed
Il Millennium Bug
Un nome che ha il sapore nostalgico dei primi anni 2000, con la musica dance in radio e i computer che cominciavano ad essere presenti in ogni abitazione. In quella che si può definire “l’adolescenza” dell’informatica, un errore di dimensioni potenzialmente catastrofiche comincia a farsi largo assieme alla fine del millennio.
Niente locuste, eruzioni, alluvioni, nubifragi… l’apocalisse del secondo millennio sarebbe stata un bug informatico. Nel mondo tecnologico di 20 anni fa, lo spazio di archiviazione era un problema serio. I cd ancora dovevano prendere del tutto piede, ancora molti programmi giravano sui floppy disc e di conseguenza si cercava di risparmiare spazio in qualsiasi cosa possibile, compresa l’indicazione delle date.
Molti sistemi, specie i più antiquati, mostravano le cifre delle date non a quattro cifre, ma utilizzando solo le ultime due cifre del secolo, quindi 1999 diventava 99 e 2000 diventava 00. Nonostante il problema fosse stato già preso in considerazione nel 1986, durante tutto l’anno precedente la fine del millennio molte case sviluppatrici di software, specie quelle che avevano a che fare con la tracciabilità dei dati e la sicurezza, sono dovute correre al riparo, lanciando patch e dando versioni modificate dei programmi ai propri clienti, per prevenire situazioni dove l’anno 00 sarebbe stato erroneamente interpretato come 1900 o, persino, come 19100.
Nonostante la corsa al sistemare la faccenda, diversi sistemi sono stati colpiti, con effetti comunque contenuti dagli aggiornamenti effettuati all’ultimo minuto.
Una tragedia mondiale sfiorata, la quale avrebbe potuto avere conseguenze disastrose, ben più di quanto le classiche falle di sicurezza o una mancanza di corrente al sistema possa provocare.