Sapete che la legge italiana riconosce alcuni benefici ai lavoratori degli enti pubblici più esposti all’amianto? Vediamo quali sono i requisiti per poter accedere.
I lavoratori più esposti all’amianto
È il DM del 27 ottobre 2004 a disciplinare quali sono i lavoratori a maggior rischio da esposizione all’amianto. Rientrano in queste categorie chi:
- coltiva, estrae o tratta minerali amiantiferi;
- produce manufatti con amianto;
- fornisce, misura, prepara, posa in opera o installa isolamenti contenenti amianto.
In virtù di tale decreto, diversi enti territoriali a livello regionale, hanno istituito un registro di ex dipendenti e lavoratori nella pubblica amministrazione che ritengono di esser stati sottoposti all’amianto. Generalmente l’iscrizione è volontaria e non è finalizzata a un indennizzo economico, quanto a una rilevazione a fini epidemiologici.
In ogni caso è utile per attestare l’esposizione all’amianto, soprattutto in riferimento alle attività svolte, alle tipologie di amianto usati, alle modalità di trattamento dei rifiuti amiantiferi, all’utilizzo di dispositivi di protezione personali e alle eventuali misure messe in atto dalla Pubblica Amministrazione per tutelare la salute dei dipendenti.
Poichè, a oggi ancora non esistono metodi validi per lo screening del tumore professionale da esposizione all’amianto, l’unico mezzo apprezzabile è la sorveglianza sanitaria di ex esposti. Questo sistema è necessario per ricostruire la sua storia di esposizione, in modo che possa essere informato sui rischi che corre, sulle probabili patologie e sulle possibili terapie.
Tutti i lavoratori esposti ad agenti pericolosi come l’amianto dovranno farsi valere con la PA e chiedere non solo un risarcimento danni ma anche un pensionamento anticipato. Occorrerà tutelarsi, come? Per andare su un sito specifico clicca qui e troverai facilmente tutte le indicazioni utili al tuo caso.
Requisiti per accedere ai benefici da esposizione amianto
Si tratta di benefici contribuitivi che consentono di anticipare l’età pensionabile oppure di aumentare l’importo della pensione mensile.
Per calcolare tali benefici, occorre far riferimento a una tabella specifica, dove sono indicati i coefficienti in base ai tempi di esposizione e alla quantità polveri e fibre di amianto presenti nell’ambiente.
La pericolosità dell’amianto
Resistente alle temperature elevate e alle fiamme, all’usura del tempo e a quella meccanica, l’amianto ha rivelato ben presto la sua natura pericolosa e altamente cancerogena. Poichè ha una struttura fibrosa e flessibile, le sue minuscole fibre sono capaci di addensarsi in maniera piuttosto agevole. Durante la sua lavorazione e manipolazione diventa un materiale facilmente sfaldabile e le sue fibre, sempre più sottili, si disperdono nell’ambiente e nell’aria, diventando tossiche se vengono inalate, da persone e animali.
Chi è esposto all’amianto corre altissimi rischi per la sua salute, con possibilità di contrarre diverse malattie, dalle semplici irritazioni a situazioni molto più gravi, come i tumori a carico dell’apparato respiratorio. Una volta entrate nei polmoni tramite le vie respiratorie, le fibre sono molto persistenti e hanno la capacità di insediarsi e rimanere lì per parecchi decenni, senza mai degradarsi.
Purtroppo chi è stato esposto all’amianto può accusare disturbi anche dopo diversi anni. Possono trascorrere addirittura anche oltre quarant’anni dalla prima volta della prima esposizione, trasformandosi in malattie professionali. Sono tanti, infatti, i lavoratori nella pubblica amministrazione che, negli anni, hanno lavorato in ambienti dove l’amianto ha avuto un ampio uso, soprattutto per la sua capacità di forte resistenza agli incendi e oggi, finalmente, hanno diritto a un indennizzo.
Ad oggi si cerca di evitare qualsiasi contatto tra i lavoratori e i materiali tossici e/o pericolosi. In alcune realtà produttive si stanno utilizzando dei robot collaborativi che sostituiscono l’intervento umano e possono eventualmente essere guidati a distanza.