L’insegnante, a tutti i livelli d’istruzione, è fondamentale per la formazione e la crescita delle generazioni future. Per questo, tra gli obiettivi dell’Agenda 2030 ci sono fattori chiave per migliorare la professione e dare la possibilità ai docenti di aggiornarsi in base all’evoluzione della società e del sistema scolastico.
In Italia, per svolgere la professione d’insegnante è necessario seguire un iter formativo e pratico, che presenterà alcune novità nel 2023. Abbiamo suddiviso il percorso in 5 tappe per conquistare una cattedra con indicazioni su tempistiche e modalità di raggiungimento dell’obiettivo.
Professione insegnante: la formazione
La formazione per diventare insegnante prevede il conseguimento di una laurea magistrale o del vecchio ordinamento in scienze della formazione primaria con incluso il tirocinio per l’abilitazione all’insegnamento. Costituisce titolo abilitante anche il diploma magistrale o il diploma del liceo socio-psico-pedagogico conseguito entro l’anno accademico 2001/2002. La laurea per insegnare alle scuole medie o alle superiori può essere anche di un altro indirizzo, ma con la nuova riforma sarà obbligatorio ottenere 60 crediti formativi per avere l’abilitazione alla classe di concorso per cui si desidera insegnare. Per chi desidera diventare ITP (Insegnante Tecnico Pratico), il titolo abilitante fino all’anno accademico 2024/25 è un diploma tecnico che attesti il possesso di competenze per la materia di insegnamento. Dopo il 2025 sarà necessario avere una laurea triennale e i 60 crediti formativi universitari.
Professione insegnante: l’abilitazione
Dal 2010 per ottenere l’abilitazione all’insegnamento era necessario avere il TFA, che resta ancora valido fino al 2024. Nel 2017 era stato invece introdotto il percorso triennale FIT (Formazione Iniziale Tirocinio), che a sua volta è stato sostituito nella legge di bilancio del 2019 con un iter completamente nuovo.
Dal 2023 infatti sarà obbligatorio oltre alla laurea abilitante, iscriversi anche ad un percorso di formazione universitario e accademico abilitante di almeno 60 CFU, superare un concorso ed effettuare un anno di prova con test e verifica finali. I corsi post laurea abilitanti saranno gestiti direttamente dalle università in base alle cattedre disponibili. Possono essere seguiti anche a distanza iscrivendosi a un corso online presso le Università telematiche riconosciute come Unicusano. Sul sito del Ministero dell’Istruzione sarà possibile effettuare delle ricerche sulle classi di concorso in base al titolo che si possiede. Il percorso abilitante comprende un’attività di tirocinio che consente di ottenere almeno 20 CFU e si compone di una prova scritta e una lezione simulata. Dopo aver conseguito l’abilitazione si può partecipare ai concorsi per conquistare la cattedra.
Professione insegnante: il concorso pubblico
Il concorso pubblico viene bandito a livello regionale o interregionale. Prevede una prova scritta con domande a risposta aperta con l’obiettivo di validare le conoscenze disciplinari della classe di concorso e una prova orale per verificare anche le conoscenze didattiche e le metodologie d’insegnamento. Al termine delle prove ci sarà una graduatoria di merito per l’accesso ai posti di ruolo.
Professione insegnante: l’anno di prova
L’anno di proVa per un docente condiziona la sua conferma di ruolo. L’insegnante deve prestare servizio per almeno 180 giorni, superare un test finale e ricevere una valutazione positiva da parte del dirigente scolastico.
Professione insegnante: le novità del 2023
Nel 2023 ci saranno inoltre altre novità, introdotte anche dagli obiettivi deL PNRR. Stando alle linee guida per l’orientamento rilasciate dal MUR sarà ad esempio introdotta la figura del docente tutor che aiuterà studenti e genitori nella scelta del percorso formativo e la realizzazione di percorsi formativi per i docenti, soprattutto durante l’anno di prova.