Robot collaborativi che interagiscono con gli esseri umani nella produzione: a cosa serve uno studio di fattibilità

Sono decisamente lontani i tempi in cui sentivamo parlare di disastri tecnologici che investivano diversi settori aziendali. Negli ultimi anni la cooperazione tra robot ed essere umani è divenuta sempre più proficua. Prima di riuscirci però, sono state svolte molteplici ricerche e studi di fattibilità. Il lavoro che si cela dietro un ottimo risultato, è frutto di fatica e dura realizzazione di progetti inerenti al machine learning.

L’obiettivo è quello di far lavorare gli esseri umani nello stesso ambiente degli automi, garantendo allo stesso tempo due elementi imprescindibili: sicurezza ed efficienza. Una volta ottenuto questo risultato, difficilmente un progetto può ritenersi inefficace, anzi, tutt’altro.

Per le aziende diventa un’importante riduzione di costi riguardanti le aree operative e quelli di produzione. Un perfetto connubio tra cobot ed essere umano, permette quindi di poter re-investire in modo più proficuo e meno dispendioso (sia in termini economici che di tempo).

Uno studio di fattibilità comprende l’analisi accurata della potenza del machine learning in uso, delle mansioni che dovrebbe svolgere adeguatamente il Cobot bionico, degli obiettivi nel lungo periodo e soprattutto, la valutazione dei potenziali rischi che si incorrono a far restare nello stesso ambiente, addetti umani ai lavori e automi.

Oggi la tecnologia ha permesso di poter sfruttare delle tecniche piuttosto potenti, in grado di garantire un ambiente di lavoro sicuro. Chiaramente trattandosi di macchine informatiche, non escludiamo la possibilità di un bug o degli errori in grado di apportare dei pericoli o malfunzionamenti improvvisi.

Tra gli studi di fattibilità più importanti riportiamo quello svolto dall’Università Campus Bio-Medico della città di Roma. Si tratta di una ricerca tecnologica, che ha permesso di poter progettare dei robot facilmente trasportabili e “all in one”, in grado di supportare i pazienti in terapia di neuroriabilitazione per via telematica. L’esperimento al momento sembra dar i suoi buoni frutti.

Le valutazioni dei rischi per l’utilizzo dei robot nell’attività produttiva

In tutte le attività produttive c’è la necessità di fare una progettazione ed uno studio sulla fattibilità di ogni processo. Le aziende specializzate nelle automazioni, come Homeberger robotica, dovranno fornire uno studio specifico di fattibilità ed ottimizzazione dei vostri processi di produzione.

Lo studio di fattibilità allo stesso tempo, ci viene ci incontro sulle valutazioni dei rischi durante l’attività robotica nella fase di produzione.

Tra i rischi maggiori abbiamo:

  • Pericoli di improvvisi bug dei cobot: impatti, vibrazioni, intrappolamenti, rumori, impigliamenti.
  • Guasto alle macchine: causerebbe un fermo lavorativo, vista l’intesa tra i cobot e gli addetti ai lavori
  • Rischi di schiacciamento a causa di contatti troppo riavvicinati.
  • Problemi psicosociali: paura e mancanza di fiducia nei confronti degli automi, motivo per cui lo stess mentale potrebbe essere piuttosto elevato.
  • Possibili malattie muscolo scheletriche: cambio repentino di intensità lavorativa e dei ritmi.

Oltre ai rischi associati a degli impatti fisici ed emotivi sopra elencati, degli studi hanno evidenziato la possibilità di incorrere a dei ritmi di lavoro estenuanti. L’essere umano infatti, dovrebbe adattarsi ai compiti eseguiti meccanicamente dai robot.

È chiaro che l’intensità di lavoro di una macchina robotica non può esser lontanamente paragonata a quella dell’uomo. La differenza è decisamente notevole, dunque per gli addetti ai lavori il sacrificio nello svolgere determinate mansioni potrebbe esser persino triplicato.

Il risultato più evidente si vedrà esclusivamente dopo un lungo periodo di lavoro cooperato tra umani e robot.