In tema di trombosi emorroidaria c’è molta confusione, per questo è importante fare chiarezza, in modo da conoscere le cause, i sintomi per poi trovare la cura più adatta insieme al proprio medico di fiducia. Questo disagio colpisce molte persone e non è altro che una complicazione delle classiche emorroidi.
Trombosi emorroidaria: aspetti generali
Molte persone soffrono di trombosi emorroidaria ma non sanno a fondo in cosa consiste questo disturbo e come intervenire in maniera mirata. Più nello specifico si tratta di un coagulo solido di sangue, anche abbastanza doloroso e in genere di colore bluastro, che si manifesta sotto la pelle in prossimità dell’ano.
Questo coagulo, essendo interno all’emorroide, con il tempo potrebbe gonfiare, così aggravando ulteriormente il prolasso e generando di conseguenza una forte sofferenza. Tante volte il paziente avverte anche prurito e si potrebbero verificare sanguinamenti. Del resto anche il coagulo può essere più o meno esteso e interessare anche quasi tutta la pelle intorno all’ano.
Solitamente una trombosi emorroidaria si presenta come un piccolo nodulo vicino all’ano, contraddistinto da una colorazione scura per via del coagulo interno al vaso sanguigno. Diversamente da come avviene per le emorroidi classiche, l’aspetto non sarà quindi quello di una massa gommosa.
Chi soffre di questo disturbo nella maggior parte dei casi avrà difficoltà a stare seduto o a camminare, ma non solo. Si possono verificare anche dei sanguinamenti anche piuttosto importanti durante la defecazione. Molte persone lamentano forte prurito, oltre che gonfiore perianale.
Il picco del dolore si verifica durante i primi due giorni. In seguito il coagulo tende in maniera progressiva ad assorbirsi e questo comporta un maggior sollievo per il paziente.
Quando vengono assunti i tradizionali farmaci da banco, come ad esempio una pomata per emorroidi interne ed esterne senza tuttavia ottenere alcun beneficio, allora ciò potrebbe essere un indizio per pensare di essere di fronte alle emorroidi topiche. In questa situazione, infatti, il dolore è provocato dalla pressione e gonfiori interni al tessuto e non esterni.
Occorre anche considerare che l’ascesso perianale scatenato dall’infezione potrebbe provocare febbre, per cui bisogna intervenire senza esitazioni con un trattamento mirato, per drenare ed evitare così di aggravare ulteriormente la situazione.
Nulla deve essere lasciato al caso o, ancora peggio, trascurato. Le emorragie rettali sono sempre segni di cattiva salute. Ecco perché è fondamentale evitare i rimedi fai da te e chiedere il supporto del proprio medico di fiducia, per valutare eventualmente anche una visita specialistica e un trattamento in linea con le specifiche necessità.
Quali sono le cause?
Tante persone si domandano cosa scatena la trombosi emorroidaria. La prima cosa da sapere è che questa condizione è generata da un aumento della pressione a carico delle vie rettali. Le cause possono essere varie.
Molto spesso dipende dall’eccessivo sforzo che si fa durante la defecazione, soprattutto se il soggetto soffre di stitichezza e costipazione in maniera ricorrente. Il fenomeno, tuttavia, può essere provocato anche dalla diarrea e comunque da movimenti intestinali non del tutto regolari.
Anche le donne in gravidanza possono soffrire di trombosi emorroidaria, in quanto il feto tende a spingere sulle vie rettali. Durante il parto, inoltre, si verifica uno sforzo prolungato che provoca una forte pressione sul retto.
Ulteriore causa di trombosi emorroidaria è la vita sedentaria e in genere quando si rimane seduti per molto tempo, anche per un lungo viaggio in macchina.
Oggi non sono ancora del tutto note le ragioni per cui alcune persone sono maggiormente propense a sviluppare coaguli interni di sangue rispetto ad altre. In ogni caso quando compaiono i sintomi non bisogna trascurare la situazione e compiere tutti gli accertamenti del caso.
Molte persone infatti tendono a confondere la trombosi emorroidaria con le ragadi anali. Quest’ultime si verificano quando durante la defecazione l’ano si dilata eccessivamente per favorire l’espulsione delle feci, provocando comunque delle piccole lesioni con sanguinamento, visibili anche sulla carta igienica e nel water. Si tratta di un fenomeno non grave quando si verifica in maniera occasionale. A volte però le persone maggiormente soggette a questo problema possono dover fare i conti con lacerazioni croniche, per cui è importante intervenire con rimedi adeguati da stabilire con il proprio medico.
La diagnosi, rischi e cura
La trombosi emorroidaria si riconosce innanzitutto attraverso un esame di tipo visivo che viene eseguito dal proprio dottore. Come spiegato il paziente presenterà una protuberanza dura e di colore blu, spesso anche abbastanza gonfia, posta vicino all’ano e più o meno estesa. Tante volte una parte di pelle potrebbe anche drenare provocando dei sanguinamenti.
Occorre precisare che a causa dell’eccessivo dolore il medico non sarà sempre messo in condizioni di fare una visita approfondita e una diagnosi accurata. Per questo si ricorre all’anascopia, ovvero un esame del retto, che consente proprio di identificare la presenza di emorroidi interne.
Chi viene colpito da trombosi emorroidaria potrebbe soffrire non solo di costipazione, ma anche di diarrea e sarà costretto a sforzarsi durante la defecazione. Avrà anche problemi a camminare, restare seduto, sollevare pesi e viaggiare. Un aumento della pressione a carico delle pelvi rallenta anche la circolazione intorno all’ano. Questo genera gonfiore molto doloroso durante le prime 48 ore. Insomma, si tratta di un disturbo che condizione molto la vita e che impedisce di compiere tutta una serie di attività quotidiane.
Ma come si può curare la trombosi emorroidaria senza ricorrere a rimedi invasivi? Questa condizione tende a scomparire in modo naturale, specie quando i trombi sono piccoli e poco dolorosi. Il paziente sarà comunque chiamato a riposarsi, a non fare sforzi fisici e potrà ottenere benefici ricorrendo ai bagni caldi. Si consiglia anche di utilizzare dei rimedi che permettono di ammorbidire le feci e di bere molta acqua durante il giorno.
Nella maggior parte dei casi per una completa guarigione sono necessarie da pochi giorni a due settimane, il tempo sufficiente per sciogliere del tutto il trombo. Tanti pazienti potranno trovarsi alle prese con i sanguinamenti, perché è possibile che possano rompersi piccoli lembi di pelle e trombi. Si tratta di una situazione normale e abbastanza ricorrente, ma da sottoporre sempre all’attenzione del proprio medico di fiducia.
I farmaci che vengono prescritti per curare la trombosi emorroidaria sono gli analgesici, come la lidocaina, anche in abbinamento con antidolorifici. In presenza di trombi di grosse dimensioni potrebbe essere necessario un drenaggio chirurgico che viene svolto sotto anestesia locale.