Tutto quello che c’è da sapere sulla Zincatura a rotobarile e zincatura a telaio

Zincatura: cos’è e a cosa serve
Se hai bisogno di reperire informazioni dettagliate e precise sulla zincatura e vuoi conoscere utilizzi e differenze tra le tecniche ‘a rotobarile’ e ‘a telaio’, stai leggendo la guida giusta. Innanzitutto si definisce zincatura il processo con cui un rivestimento, appunto di zinco, viene applicato su un manufatto realizzato in metallo. In genere si tratta di acciaio, ma spesso si tratta di ottone, ghisa e soprattutto rame, e il processo serve specificatamente per proteggere il manufatto stesso dagli agenti esterni che possono provocarne la corrosione. La zincatura agisce a livelli sub molecolare impedendo o limitando fortemente la creazione delle cosiddette ‘micro-celle elettrolitiche ad azione anodica’. Lo zinco si definisce un metallo meno nobile dell’acciaio, cioè ha una carica elettronegativa minore. Proprio questa sua caratteristica fa si che in caso di rotture o corrosione, sia lo zinco a corrodersi per primo.
Esistono diverse tecniche di zincatura, che sono:
– zincatura a caldo;
– zincatura a caldo continua;
– zincatura a freddo;
– zincatura elettrolitica;
– zincatura a spruzzo.
All’interno di queste metodologie, se ne segnalano due che verranno trattate in dettaglio nei seguenti paragrafi, e che sono la ‘zincatura a rotobarile’, utile quando si deve effettuare un trattamento in forma massiva, e la ‘zincatura a telaio’, necessaria quando si ha a che fare con manufatti complessi che richiedono delle attenzioni specifiche.

Zincatura a rotobarile: caratteristiche specifiche
Il trattamento ‘a rotobarile’ si definisce in questo modo perché prevede l’utilizzo di barili rotanti. All’interno di questi barili si dispongono i pezzi da rivestire con lo zinco, pezzi che sono molto piccoli. La zincatura a rotobarile rientra nella tecnica della zincatura elettrolitica, e consiste nel far passare corrente all’interno di fori applicati ai barili, tecnica che permette allo zinco di depositarsi sui manufatti.
Ciò che però può accadere dentro ai barili è che, a causa della rotazione degli stessi, i piccoli manufatti rotolino letteralmente gli uni sugli altri, sfregando e ammaccandosi. Questo determina una riduzione della tenuta a corrosione.
È vero quindi che la qualità che si ottiene è leggermente inferiore all’altra tecnica che vedremo, quella ‘a telaio’, ma è vero anche che per alcuni manufatti la tecnica a rotobarile rappresenta l’unica alternativa applicabile.
Quando si devono trattare manufatti molto piccoli infatti, si lavora con parti ricavate in genere da trafilati di AVP (cioè acciaio con aggiunta di piombo). Queste parti non possono essere trattate nel bagno alcalino, pena rischi elevati. Ecco perché questo particolare tipo di zincatura permette di lavorare con tutte le leghe ferrose, con l’AVP, con il ferro, con l’acciaio al carbonio e con l’acciaio legato, anche se meno preciso.
Il processo che viene usato per questa tecnica in genere è quello acido, perché in questo modo ogni tipo di materiale può essere rivestito.

Zincatura a telaio: caratteristiche specifiche
L’altra tecnica di cui ci stiamo occupando è quella della ‘zincatura a telaio’. Anche in questo caso il nome anticipa la tecnica, in quanto con questo trattamento i pezzi che devono essere zincati vengono appesi a dei telai. Questi telai poi sono agganciati a delle barre. Quando le barre si muovono, i telai appesi vengono immersi in una soluzione fatta di acqua e ioni di zinco. Grazie al passaggio della corrente nella soluzione, i telai portano lo zinco ai pezzi da trattare.
A differenza della tecnica precedente, questa si usa in genere per pezzi più grandi, che misurano anche fino a quasi 3 metri (si arriva in genere massimo a 280 centimetri). I pezzi che vengono trattati presentano tipicamente cavità chiuse o profonde, oppure richiedono che tutte le parti ricevano un trattamento il più uniforme possibile.
La protezione che si ottiene con questa tecnica quindi è più precisa, ed arriva a circa 10 micron. Viene infatti utilizzata quando si devono trattare parti di precisione, ed è molto resistente.
Anche in questo caso il processo è acido, e i materiali che ne derivano sono molto lucenti ed esteticamente di ottima manifattura. Si usa per tutti i materiali, anche e soprattutto per quelli di precisione (essendo anzi in questo caso tecnica di elezione), o per pezzi sbavati termicamente.
Si usa su pezzi di grandi dimensioni che presentino filettature fini, e richiede sempre uno studio preliminare per definire il punto di aggancio. Questo permette poi di avere uniformità nello spessore del rivestimento.
I telai che si usano possono essere di diverso tipo, e la scelta naturalmente va fatta in funzione del pezzo da trattare, della sua dimensione e della forma. Generalmente i telai sono plastificati, e lasciano scoperta la parte destinata al contatto che farà passare la corrente.
Dopo il trattamento poi si possono eseguire delle fasi aggiuntive, che consistono in:
– sigillazione: in questo caso si riveste il pezzo con una pellicola trasparente che si lega ai sali di zinco;
– deidrogenazione: in questo caso viene assorbito l’idrogeno che potrebbe portare al deterioramento del pezzo.

Zincatura a rotobarile e a telaio: che differenza c’è
A questo punto, nonostante ti abbiamo dato delle specifiche di massa sulle differenze tra le due tecniche, potresti voler sapere meglio quando è da preferire l’una e quando sarebbe meglio scegliere l’altra, o comunque quali sono le differenze sostanziali dei due trattamenti.
È proprio quello che andiamo a vedere adesso.
A parte le caratteristiche dei pezzi che devono essere trattati (come abbiamo detto prima), la differenza principale sta nella tenuta che i pezzi trattati con le due tecniche hanno alla cosiddetta ‘ruggine bianca’.
Si tratta di una patina di colore bianco appunto, che può comparire sulla superficie del pezzo zincato. Può dipendere tra l’altro da:
– presenza di acqua stagnante sulle superfici;
– poca aria tra i materiali
– alta umidità nell’aria.
Accade quindi che la corrosione che ne deriva sviluppi idrossicarbonato, ossido e idrossido di zinco.
La ruggine bianca si può togliere con una spazzola, che non deve mai essere di ferro.
La tenuta alla corrosione decade però a causa dello sfregamento tra i pezzi. Quindi, se la tenuta alla corrosione stessa è importante, la zincatura a rotobarile può comprometterne la validità.
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