Mutuata dal cinema e poi diffusasi con i documentari naturalistici, la tecnica time lapse viene oggi impiegata in occasioni sempre più frequenti anche nell’edilizia per rappresentare lo stato d’avanzamento dei lavori.
Il time lapse è probabilmente lo strumento più adatto per immortalare mesi o anni di lavoro e valorizzare il risultato finale.
Con il timelapse, il monitoraggio della costruzione diventa uno strumento di comunicazione che può essere trasmesso sui social network o durante un’inaugurazione.
Il time lapse è un importante valore aggiunto che mostra il lavoro svolto e che, allo stesso tempo, permette di stimolare il team interno, di seguire lo stato di avanzamento di un progetto e di rassicurare coloro che hanno investito nel progetto.
Nonostante il potenziale dei video in time lapse sia ormai noto ai più, in molti, al momento di commissionarne uno, si sentono frenati dall’ apparente inconciliabilità tra la necessità di riprendere mesi di lavoro su un cantiere e la tutela della privacy di chi su quel cantiere ci lavora.
Fortunatamente, diritto alla riservatezza e time lapse sono due aspetti tutt’altro che antitetici. Scopriamo il perché.
Legge del Garante e impossibilità di identificazione
La legge del Garante in materia di protezione di dati personali dell’8 Aprile 2010 rappresenta un’ulteriore assicurazione per chi abbia intenzione di girare o commissionare un video in time lapse senza violare la privacy altrui. La norma in questione, infatti, ammette l’utilizzo di videocamere o altri sistemi di ripresa per scopi promozionali e turistici sul posto di lavoro, a patto che al termine della lavorazione i soggetti all’interno del video non siano identificabili.
Un video in time lapse comprime un gran numero di fotogrammi in un intervallo di tempo ristretto: le immagini scorrono velocemente, in quanto devono riprodurre lunghi periodi in pochi minuti.
Ne consegue che il girato in time lapse di un cantiere, per sua stessa natura, rende ardua l’identificazione di dati sensibili quali volti, corpi o targhe e si focalizza sui macro cambiamenti che avvengono nella costruzione di un edificio o di un macchinario industriale. Per avere un’idea di quanti fotogrammi siano necessari a mostrare mesi o anni di lavoro è utile questo calcolatore di video time lapse di una casa di produzione specializzata in riprese video in cantieri
Diritto alla privacy e intelligenza artificiale
L’intelligenza artificiale nei time lapse garantisce il rispetto della privacy delle persone che lavorano o transitano sul cantiere e allontana il rischio di incorrere in beghe legali. I più recenti sistemi di ripresa in time lapse, infatti, sono provvisti di speciali software in grado di rendere anonime le immagini al fine di garantire il rispetto degli standard europei sulla privacy.
Si tratta di software stand alone o plug-in che utilizzano algoritmi basati su reti neurali, ognuno dei quali è specializzato nell’ identificazione e nell’offuscamento di specifici dati (volti, corpi o targhe): l’area da offuscare viene individuata, delimitata e infine sfocata, sostituendo i colori dei pixel con il colore medio dei pixel adiacenti. La “gamma” (in pixel) di questo processo è specificata nei parametri del programma. Si tratta di sistemi mutuati dai software di controllo delle telecamere da sorveglianza poste in esterno
Tuttavia, seppur di indubbia utilità, l’intelligenza artificiale non è la sola opzione disponibile per realizzare un time lapse. Chiunque, anche chi non dispone di sistemi di ripresa così evoluti, può produrne uno, a condizione che conosca e rispetti la normativa vigente in materia di tutela della riservatezza.
Time lapse in cantiere: la normativa a tutela dei lavoratori
A tutela del dipendente, dal punto di vista normativo, troviamo in primis l’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori, che vieta lo sfruttamento di sistemi audiovisivi per esercitare qualsiasi tipo di controllo sul posto di lavoro. Divieto richiamato successivamente, nel 2003, da un decreto legislativo sulla riservatezza.
L’articolo 4 dà indicazioni precise, stabilendo che tutti gli impianti audiovisivi possono essere utilizzati esclusivamente per bisogni organizzativi e produttivi, per garantire la sicurezza sul lavoro e per tutelare il patrimonio aziendale.
Prima di installare qualsiasi tipo di sistema audiovisivo è comunque necessario concordarne la presenza con i sindacati oppure, in alternativa, con l’Ispettorato del Lavoro.
Con la circolare n°5 del Febbraio 2018, proprio L’Ispettorato, insieme al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, ha indicato delle linee guida – che rafforzano quanto già indicato dal suddetto articolo 4 – secondo cui l’utilizzo dei mezzi audiovisivi sul posto di lavoro dovrebbe essere finalizzato alla soddisfazione di “particolari esigenze produttive e organizzative” e alla tutela della sicurezza dei lavoratori.
In definitiva, è assolutamente legittimo girare video in time-lapse di un cantiere in piena attività, a meno che le riprese non siano finalizzate al controllo e al monitoraggio dell’attività lavorativa.