Mobilità dentale: cause, traumi e terapia

Vi sarà certamente capitato più d’una volta di avvertire una piccolissima e quasi impercettibile mobilità dei vostri denti. Di fronte a tale evenienza non c’è alcun motivo di allarmarsi perché si tratta di una situazione del tutto fisiologica, dal momento che i nostri denti non sono totalmente immobili e ancorati saldamente all’osso alveolare che li ospita, ma possono leggermente muoversi, per esempio durante la masticazione del cibo. Questo piccolissimo movimento (si parla di pochi decimi di millimetro) è reso possibile grazie alla presenza del parodonto, ovvero quell’area che costituisce i tessuti adibiti al sostegno dei denti. Se questa mobilità risulta però particolarmente marcata, è il caso allora di cominciare a preoccuparsi e rivolgersi a un centro dentale specializzato come è possibile trovare su questo sito.

Denti che si muovono: perché?

La principale causa della mobilità dentale è rappresentata dalla parodontite, ovvero una condizione patologica che colpisce il parodonto e che spesso è dovuta a una scarsa igiene orale. Infatti questa infiammazione di tipo acuto si forma il più delle volte per via dei batteri che si annidano tra la radice e il dente, formando le tasche parodontali. La placca e il tartaro contribuiscono quindi allo scollamento delle gengive, al deterioramento dei legamenti parodontali e dell’osso che circonda la zona interessata. Le gengive ‘ritirandosi’, faranno apparire i denti più lunghi e li renderanno meno stabili e di conseguenza più soggetti a mobilità. Negli stadi più avanzati della malattia si può giungere persino alla caduta dei denti.

Un’altra possibile causa dei denti che si muovono potrebbe essere l’aver subito un trauma

a seguito di eventi come cadute, incidenti oppure, soprattutto per chi pratica sport come la boxe, l’aver ricevuto un colpo. Questi tipi di traumi possono danneggiare i tessuti che tengono saldi i denti, portando questi a una maggiore mobilità.  Anche il trauma occlusale, fenomeno che va a ledere e ad allargare il parodonto a causa delle pressioni esercitate da forze come i precontatti, è un’altra ragione per la quale la mobilità dei denti può venire minacciata.

Gli ascessi gengivali, cioè infezioni batteriche che colpiscono le gengive, possono rovinare gli apparati di supporto dei denti e portare questi ultimi a muoversi di più. Le malocclusioni dentali sono un altro motivo per cui la mobilità dei denti può modificarsi in quanto le arcate dentali che non sono posizionate correttamente sono sottoposte a maggiore sforzo.

Rimedi: la prima soluzione è la prevenzione!

Per far sì che la mobilità dei denti non peggiori in maniera seria, la prima cosa da fare è prevenire il problema. L’igiene quotidiana della nostra bocca è fondamentale se non si vuole andare incontro ad una mobilità dentale patologica, così come sottoporsi periodicamente a visite di controllo o a sedute di igiene presso gli studi dentistici. Attraverso queste attività sarà possibile tenere sotto controllo la situazione e non ritrovarsi con denti che dondolano. Radiografie ortopanoramiche o endorali sono utili allo specialista per formulare una corretta diagnosi. In base al grado di mobilità dei denti, il medico sarà in grado di optare per la terapia più idonea, da programmi di igiene a operazioni chirurgiche, a terapie per la cura della parodontite. Se il problema è di lieve entità, il dentista potrebbe decidere di utilizzare il laser per effettuare una pulizia più profonda delle tasche gengivali. Quando la situazione è più grave, invece, potrebbe esserci bisogno di ricorrere alla chirurgia parodontale. In alcuni casi è previsto il ricorso allo splintaggio, una tecnica utilizzata per la stabilizzazione dei denti tramite l’applicazione di un filo metallico. Lo splintaggio è valido quando si vuole evitare che i denti traumatizzati si muovano a causa del ridotto supporto osseo che li circonda.