Negozio di cannabis light: che cosa dice la legge?

Sono tantissime le discussioni che sono state fatte negli ultimi tempi, in merito alla modifica della legge in essere che regola la vendita e il lavoro dello shop che vende erba legale.

Il Ministero della Sanità ha richiesto una modifica per fare in modo che si potesse commercializzare un farmaco a base di marijuana, per le forme di epilessia infantile. Un discorso che sembra essere fermo, non solo per la situazione di emergenza dovuta alla pandemia da Covid 19 ma anche per le proteste alimentate dai produttori.

Ma facciamo chiarezza: qual è la legge, cosa dice e cosa prevede in merito a coltivazione e uso di cannabis light.

Legge vendita cannabis light

La legge che regola la coltivazione della cannabis light è la 242/2016 che consente ai cittadini di farlo, seppur rispettando i seguenti punti molto importanti:

  • I semi che vengono acquistati e utilizzati devono essere stati inseriti all’interno del Registro Piante Unione Europea
  • Tutta la documentazione in merito all’acquisto, insieme al cartellino di vendita deve essere conservato per 12 mesi dalla data di pagamento
  • La molecola THC non deve essere superiore allo 0,2% o 0,6% con specifica autorizzazione. Questa molecola è quella che conferisce alla marijuana il suo potere psicotico.

Queste sono le regole fondamentali, mentre per altri punti non sono previsti – ad oggi – altre richieste per la coltivazione a uso personale. Tutto cambia se invece si parla di un negozio di vendita che può essere svolta da rivenditori autorizzati. Anche in caso di e-commerce si parla sempre di shop autorizzati: in tutti gli altri casi è consentita la coltivazione uso personale cannabis light, tenendo conto dei punti sopra evidenziati.

Modifica del Ministero: la proposta

Facendo un piccolo passo indietro ad autunno 2020, sempre in piena pandemia, il Ministero della Salute ha dichiarato che produzione e vendita della marijuana light dovesse essere interrotta. Questa decisione è maturata a seguito della necessità di commercializzare un farmaco – che non cura ma allevia i sintomi – per due forme di epilessia infantile (gravissime e invalidanti).

Questo intento è stato interpretato in maniera particolare ovvero dare spazio alle multinazionali internazionali del farmaco fermando i produttori di cannabis light. Oggi questa coltivazione vede coinvolti imprenditori e collaboratori con età minore di 30 anni con un fatturato che non arriva a 150 milioni ogni anno. Una proposta di questo tipo se approvata comporterebbe la chiusura di un settore in via di espansione.

La rivolta delle associazioni

All’arrivo della notizia, tutte le associazioni insieme ai produttori e venditori si sono mossi per opporsi alla modifica. Anche i consumatori hanno protestato, sostenendo i produttori e venditori contro le autorità e questa modifica.

Adesso è tutto fermo, soprattutto per il peggioramento delle condizioni in Italia e nel mondo della pandemia da Covid 19. Si spera naturalmente che, una volta che la situazione sarà migliore, questa proposta non prenda piede e si pensi ad una ricontrattazione per non portare un’altra categoria al fallimento. Da tenere a mente che è un settore in rapido sviluppo e del tutto legale, con benefici anche per lo Stato italiano.